Le tracce di vita più arcaiche risalgono al IV secolo a.C., con dei bronzetti (un bovide, conservato nel museo provinciale di Potenza, ed altre statuine) riemersi dal suolo e che rimandano alla presenza di un antico santuario e una vicenda tutta da scoprire. Le origini del borgo, posto su un crinale a 421 m., si perdono tra storia e leggenda. Sorto, intorno ad un conventino di monaci basiliani, verso il 1200, appartenne alla badia benedettina di Lauria. Poi fu casale del feudo di Rivello. Si incrementò nel 1600 grazie ad un'immigrazione di esuli valdesi, che interessò tutta la valle del Noce (che conserva relitti di lingua Gallo-italica). Nel 1800, "Bosco seu Taverne" fu attraversato dalla strada Consolare delle Calabrie e quindi stazione di posta detta "Calessera". Sotto i borboni ebbe una fiorente attività industriale: ferriera, ramiera, gualchiera e molitoria. Archeologia industriale di cui sopravvive un'antico mulino ad acqua. Nemoli è comune autonomo dal 1834, per volere di Ferdinando II che ne lo divise da Rivello, mutando il nome in Nemus-olim (Bosco una volta) in odio al paese cilentano insorto e distrutto nel 1828.